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giovedì 6 ottobre 2011

Steve Jobs and his creative genius changed my vision of the world and inspired my entire way of life. God bless you, thanks and farewell!

sabato 17 settembre 2011

Era scritto

La notte in cui ho smesso di accarezzare le illusioni

ho scelto.

I piedi nudi sfioravano l’erba

lambiti dall’umidità cristallizzata su di essa

Piccoli brividi mi cullavano

insieme al movimento lento di un dondolo antico.

Al buio non temevo più nulla

la solitudine era ormai squarciata

da una moltitudine di parole e gesti promessi.

Fu allora che ti ho scelto

nonostante non sapevo chi fossi

o cosa saremmo potuti diventare insieme.

Forse anche tu hai deciso nello stesso istante,

hai creduto in quel richiamo silenzioso

che ti portava a me.

E’ bastato un attimo, un sussurro,

il vento caldo e l’ombra degli alberi

ed entrambi abbiamo capito

sarebbe stato per sempre.

sabato 27 agosto 2011

Steve Jobs ai neolaureati di Stanford

Il discorso che ognuno di noi dovrebbe poter sentire almeno una volta nella vita, una perla rara, un uomo eccezionale che ha ancora molto da insegnare!

lunedì 8 agosto 2011

Torneremo ad essere uomini

Notte in attesa

di un amaro presagio.

Vento e sabbia

scompigliano la coscienza,

impastano la bocca,

guidano l’armata dei pensieri

tra infami memorie

e silenziosi accadimenti.

Il passato è ormai oltre il tempo,

troppo indistinto per continuare ad ascoltarlo.

Il futuro è oltremodo prossimo e incerto

per essere compreso appieno e accettato

nel momento in cui aggredisce alle spalle.

Il tutto ci osserva,

deride la nostra pochezza con candore.

Siamo sempre più fragili e disanimati,

immobili in un'atavica vanagloria

che ci porterà inevitabilmente alla caduta.

Scaveremo

fino a farci sanguinare le mani,

picconeremo

per arrivare al centro della terra,

riedificheremo

ciò che abbiamo spazzato via.

Solo allora,

finalmente,

noi estenuati e logori torneremo ad essere

splendore e umanità vera.

giovedì 4 agosto 2011

Anime Disperse

Questa la prima opera letteraria...






venerdì 29 luglio 2011

2 - Lullaby


Una di queste sere gli sorriderò, magari avrà il coraggio di accennare un saluto più esplicito, aperto, magari audace.
E' buffo come si possa essere talmente vicini e al contempo perfettamente sconosciuti; vivere sullo stesso pianerottolo, avere terrazze adiacenti e non sapere assolutamente nulla l'una dell'altro.
Sono una come tante, eppure il suo casto e timido sguardo mi fa sentire unica, chissà se si è accorto che ho compreso la sua curiosità. Ogni tanto anche io lo guardo, quando sul terrazzo cura le sue piante, ha dei bonsai splendidi. Lo vedo tagliare tronchi, potare piccoli rami e rendere quelle miniature semplicemente perfette.
Rimango incantata dalla delicatezza con cui le sue mani si muovono su quegli esseri inermi, all'occorrenza queste sanno diventare delle vere e proprie morse, stringono cesoie, forbici e seghetti per poi accarezzare ed inumidire la terra, pulire tenere foglioline dalla polvere e dallo smog della giornata.
Spesso resto lì immobile dietro la tenda, mi sfiora il pensiero di come quelle mani potrebbero scivolare sulla mia pelle, coccolare la mia testa, chiudere teneramente i miei occhi la sera.
Non so nemmeno chi sia eppure la sua distante compagnia mi rigenera, chissà magari una di queste sere rincasando nel mentre farfuglio anatemi perché non trovo le chiavi di casa, raccoglierò tutto l'ardire di cui sono capace e quando chiuderà la porta dell'ascensore e ci troveremo di nuovo fianco a fianco dirò "Buonasera, ecco le chiavi, finalmente le ho trovate!".

1 - Lullaby


Sento i suoi passi, li ascolto. Percepisco le vibrazioni di ogni singolo movimento, le dita affusolate, le caviglie perfette, le gambe sinuose. Risalgo. Vago nell’indefinita nuvola dei suoi capelli, nei suoi occhi, sulla pelle. Si ferma. Congela il movimento, diventa sirena e strega e incantatrice. Adesso mi guarda, senza vedermi.

Io. Sono pensiero, immagine e riflesso di un corpo disteso su un letto. Ascolto. Sogno. Sorseggio pensieri. Degusto la sua immobilità. Apparente.

Le sue labbra si muovono, bisbigliano forse un tentativo d’incantesimo, un canto propiziatorio per la solita frenetica ricerca delle chiavi. Vorrei aiutarla. Ogni sera. Dio solo sa quanto lo vorrei. Ed è un attimo, un solo movimento fluido e scompare. Rimangono i ricordi e il profumo di qualcosa che neanche saprei dire. Rifugiata. Racchiusa nel suo guscio sconosciuto che non riesco nemmeno ad immaginare. Rimango solo con i miei sogni e le mie dolcissime illusioni. Mi cullano. Mi trasportano tra le rime di una ninnananna mai sentita ma conosciuta ormai da sempre. Aspetto. Il cuore ha un solo battito, enorme. Lo ascolto. Attendo la quiete fino a quando assieme al silenzio verrò trasportato in un veloce sonno fluido e senza sogni.